Giosuè Quadrini
Macchine da Guerra
Macchine da guerra è la prima mostra personale di Giosuè Quadrini che racconta così il suo lavoro: “Quando un conflitto giunge al suo culmine gli eserciti impiegano l’ultima risorsa, la più preziosa, quella che deciderà l’esito della guerra: le macchine da guerra. La potenza delle macchine da guerra moltiplica la furia distruttiva e lascia sul campo di battaglia solo brandelli di esistente. La guerra di un pittore, non è campale e non si svolge per la conquista di un pezzo di terra: è silenziosa – ma non meno efferata – e pretende lo spazio di un ricordo”.
“La scelta cromatica di tutte le sue opere sono tracce visive di ogni ricordo – scrive la curatrice Chiara Ronchini – le parole spezzate, sono la ri-costruzione frammentata, confusa e vaga, che si ha di ogni memoria. Nel silenzio assoluto, in mancanza di una forma ben precisa, l’artista tenta di ricreare la sua immagine, e nell’astrazione ritrova la sua espressione più vera”.
“Fotografare gli istanti e riproporli, attraverso parole che diventano opere, per impedire allo scivolare degli anni di cancellare ogni traccia di ciò che è stato. Questo è ciò che propone Quadrini. Le sue tele sono delle istantanee: opere immobili che fotografano un momento, come se fossero state interrotte, dando vita a frammenti di storie – istanti, appunto – quindi attimi, sguardi e azioni. Parole solo accennate, oppure superstiti di un destino ancora indefinito, ma avvolte e quindi protette da un velo di cera, simbolo della loro fragilità. Sono lavori che vengono da lontano: vissuti, usurati e sofferti, e per questo carichi di una potenza autentica. Nonostante la vulnerabilità fisica, queste opere resistono, non cedono, rimangono aggrappate a quest’esistenza, grazie al potere dell’arte, sostenute dalla forza instancabile di chi non si arrende”.
Alessio Crisantemi, Exibart